“The white lady and the garden’s spirit” video selezionato per il concorso internazionale “In viaggio con Calvino”, Casa dell’Architettura, Acquario Romano.
Abitare il proprio corpo come si abita una casa. Abitare, ma anche traslocare. Traslocare da se stessi, quando la propria dimora è asfissiante, troppo piccola o troppo ingombrante. A volte si trasloca alla ricerca di un altrove, di qualcun altro, di un altro da sé, forse un altro sé. Ritornare, essere in sé, significa invece abitare il proprio corpo, come la propria casa, scoprendone gli angoli più reconditi, toccandone le pareti, aprendo le finestre e facendo entrare aria nuova. (…)
La mia abitazione è uno spazio in continua evoluzione. Nei miei interni mi abito, mi percepisco, mi basto o capisco di non riuscire più a bastarmi. Cerco i segni del mio passaggio. Spesso non riesco ancora a (ri)trovarmi.
“The white lady and the garden’s spirit” selected video for the international contest “Travelling with Calvino”, Architecture’s home, Roman Aquarium.
To live in one’s body as one lives in a house. To live, but also to move house. To move away from oneself, when one’s own dwelling is suffocating, too small or too cluttered. Sometimes a person moves tin search for somewhere else, for someone else, for someone other than self, perhaps for another self. However, to come back, to be in oneself, means to live within one’s own body, as in one’s own house, discovering the most remote corners, touching the walls, opening the windows and letting in fresh air. (…)
My dwelling is a space in continual evolution. In my interiors I live, I perceive myself, I am self-sufficient, or understand that I am no longer able to be self-sufficient. I look for the signs of my passing. Often I am still unable to find myself (again).
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